Compte rendu publié dans Acta fabula (décembre 2019, vol. 20, n° 10):
Marilena Genovese, "Les objets de Flaubert"
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Giampiero Marzi
Gli oggetti di Flaubert
Empirìa, Roma, 2017, 136 pp., € 15,
ISBN 978-88-85609-00-6.
Una volta Flaubert scrisse a Louise Colet: «Come saremmo colti se conoscessimo bene soltanto cinque o sei libri». A prima vista sembra l'auspicio di un lettore esigente. Un capolavoro letterario è un ecosistema talmente complesso che per essere digerito merita la massima perizia possibile. La verità è più sottile: Flaubert, sebbene all'epoca non avesse pubblicato ancora niente, sognava che un giorno ai suoi libri venisse prestata la medesima cura maniacale che lui avrebbe profuso per concepirli e scriverli. Sognava un lettore dell'avvenire capace di godere di ogni snodo, frase, virgola e congiunzione. Con buona pace del suo famigerato disincanto, rimarrebbe piacevolmente sorpreso nel constatare con quale amore i suoi esegeti abbiano cercato di compiacerlo. I lettori di Flaubert sono quasi più pazzi di lui. E di certo Giampiero Marzi non fa eccezione.
dalla prefazione di Alessandro Piperno
SOMMARIO
Prefazione, di Alessandro Piperno
1. L’istanza di realismo della società francese tra Settecento e Ottocento
2. « È in odio al realismo che ho intrapreso questo romanzo »
3. Il cappello di Charles e la scoperta degli oggetti
4. Madame Bovary. Il romanzo della distruzione
5. L’Éducation sentimentale. Il libro sul niente
6. Un Coeur simple. Il racconto della dissoluzione
7. Bouvard et Pécuchet. Il libro insensato
8. Conclusione
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